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martedì 23 dicembre 2025
STAZIONE COLOSSEO METRO C DI ROMA
AI+*
Il 16 dicembre scorso è stato inaugurato un nuovo tratto della linea C della Metropolitana di Roma (dalla stazione di S. Giovanni a quella del Colosseo, inclusa quella intermedia di Porta Metronia).
Con l'apertura di questo breve tratto (circa 2,5 km, inaugurati dopo circa 8 anni dall'apertura della stazione S. Giovanni, avvenuta il 12 maggio 2018) si è finalmente realizzato anche a Roma l'interscambio in 3 punti centrali della città delle 3 linee esistenti (a Termini fra linea A e linea B, a S. Giovanni fra linea A e linea C ed al Colosseo fra linea B e linea C).
Questo tipo di configurazione fa somigliare sempre di più la "Metropolitana di Roma" ad una "Rete Metropolitana".
Pur trattandosi per Roma di una novità, questo modello lo ritroviamo già presente circa quarant'anni fa sulle reti delle capitali del vecchio Patto di Varsavia (Praga e Budapest ad esempio), considerate già allora come "figlie di un dio minore" rispetto a quelle delle capitali dell'Europa Occidentale.
Sia la stazione Colosseo, che quella intermedia Porta Metronia, sono state costruite come stazioni-museo: un modello di stazione nel quale sia negli atri che nei mezzanini sono stati raccolti ed esposti (utilizzando le più recenti tecniche museali) i reperti rivenuti durante la perforazione dello strato archeologico, operazione necessaria per la costruzione delle stazioni stesse.
Costruzioni realizzate con tecniche molto invasive (veri e propri giganteschi edifici sotterranei a più piani con dimensioni dello scatolato di circa 200x50x30 m) che hanno comportato una vasta asportazione dello strato archeologico, con il ritrovamento di una quantità di reperti non indifferente (non sempre molto importanti, perlomeno per il grande pubblico).
Le stazioni museali (a parte i tempi ed i costi astronomici di sviluppo e manutenzione) ben vengano in questi siti a vocazione prettamente turistica, ma in altri di puro transito (come ad esempio nella stazione di S. Giovanni) risultano del tutto fuori luogo, soprattutto per chi è costretto a frequentarli tutti i giorni per i propri spostamenti di lavoro o di studio, fatti tutti in gran fretta.
E' anche vero che finora le frequenze sulla linea C (oltre i 10 minuti) consentono, nel caso si perda un treno, anche a chi la frequenta non per diletto, di aspettare il successivo acculturandosi fra i vari reperti esposti.
Altra stazione-museo prossima ventura sarà Venezia, i cui lavori sono già iniziati oltre 2 anni or sono e che si protrarranno a detta di molti (se tutto va bene) per un'altra decina di anni.
Anche in questo caso le tecniche di costruzione sono le stesse (scatolato in cemento armato affogato nel terreno fino ad una profondità di circa 45 m) ma con un problema in più.
La stazione Venezia, prima che diventi tale, al momento è grande sarcofago che custodisce i resti mummificati delle 2 TBM (Tunnel Boring Machine, le "talpe" che hanno consentito lo scavo delle gallerie fino a questo punto)che nessuno nelle precedenti amministrazioni si è preoccupato di farle avanzare fino ad un punto ove fosse stato possibile estrarle senza troppe difficoltà.
Invece a piazza Venezia le difficoltà ci sono e tante: tant'è che orami il traffico automobilistico è perennemente bloccato, con il cantiere che viene spostato di volta in volta o da una parte o dall'altra della piazza per la prosecuzione dei lavori.
L'ideale sarebbe stato costruire la stazione all'interno di un grande pozzo verticale "alla maniera del Sangallo" (come ormai si fa normalmente in molte capitali europee, come ad esempio sulle linee L9-L10 a Barcellona) minimizzando i disagi in superficie durante la fase costruttiva ed operando una perforazione dello strato archeologico molto meno estesa.
Comunque la stazione è adeguata alla location che la ospita, ma non è "la più bella del mondo" (e per noi italiani abituati a sentirci ripetere continuamente che abbiamo la "Costituzione più bella del mondo" ed il "Campionato di Calcio più bello del mondo" è una velata delusione).
Si sarebbe potuto fare molto di più semplicemente cambiando il verso delle scale di accesso, presenti in ambo i lati di via dei Fori Imperiali.
Attualmente per chi arriva in metro al Colosseo per la prima volta e risale in superfice la visione che gli si offre un gradino dopo l'altro è anonima.
Pensate all'effetto "WOW!" (tanto caro ai turisti d'oltre oceano) se la risalita fosse stata nel verso opposto, con il Colosseo di fronte: effetto analogo a quello che raccontano i nostri nonni quando arrivavano in piazza San Pietro risalendo le strette viuzze della Spina di Borgo.
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