domenica 29 agosto 2010

METRO DI CATANIA (2010)

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Elettrotreno Firema M88 (in configurazione [M+M], 39 metri, 442 posti per ogni elettrotreno a due elementi, permanentemente collegati) del 2000 (gruppo FCE 01-05, pari a 5 elettrotreni a 2 elementi) al capolinea di Catania Porto, nell'estate del 2010.

Le prime quattro unità hanno ricevuto ciascuna un nome di battesimo femminile ispirato ai personaggi di Vincenzo Bellini: Norma, Beatrice, Elvira, Zaira. E' prevista la consegna di altre tre unità per un totale di otto unità complessive.



La metropolitana di Catania è una linea ferroviaria di circa 3,8 km, in parte a binario semplice per 1,8 km in superficie (tratto Porto-Galatea) ed in parte a binario doppio per 2 km in sotterranea (tratto Galatea-Borgo), a scartamento normale e trazione elettrica, gestita dalla Ferrovia Circumetnea (FCE).

La FCE è una ferrovia a scartamento ridotto e trazione diesel, esercitata negli anni sessanta-settanta del 900 con elettromotrici OMS-TIBB, lunga 114 km che da Catania Borgo raggiunge Riposto dopo aver effettuato il periplo quasi completo dell'Etna. Il tratto attualmente in servizio della metropolitana ricalca il percorso urbano di superficie della FCE.

La linea metropolitana consta di 6 stazioni:

* Porto
* Catania FS
* Galatea
* Italia
* Giuffrida
* Borgo

Le stazioni di Porto e Catania FS sono di superficie; le altre sono sotterranee.

I nodi di interscambio sono:

* Catania FS, con la rete RFI
* Borgo, con la FCE.

Sono previsti degli ampliamenti, alcuni già in costruzione, altri solo finanziati, altri ancora da finanziare:

* Galatea - Aeroporto Fontanarossa (con 10 stazioni)
* Borgo - Nesina (con 4 stazioni)
* Nesina - Misterbianco Centro (con 4 stazioni)
* Misterbianco Centro- Paternò.

Gli ultimi tre ampliamenti, una volta realizzati, andranno a sostituire gli attuali tratti di Ferrovia Circumetnea.

sabato 7 agosto 2010

IN MEMORIA DELLA METRO D DI ROMA

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Come avevamo facilmente previsto è stata posta la prima pietra tombale sulla metro D o meglio sul metodo (il "project financing") che si immaginava potesse essere utilizzato per finanziarla.

Il comunicato del 4 agosto non fa altro che confermare che queste opere in Italia possono essere economicamente interessanti (per chi le realizza) solo se finanziate con denaro pubblico.

E visto che questo non è mai sufficiente si potrebbe anche cominciare a pensare ad altre soluzioni meno dispendiose.

Come ad esempio il "Metrocentro" di Siviglia, ove i locali amministratori non si sono fatti troppi problemi: né per la palificazione che sorregge la linea aerea, né tanto meno per le vibrazioni generate (tant'è che finora la loro Cattedrale, a pochi metri dalla quale transita la linea, non è ancora crollata).

Al contrario da noi a Roma il prolungamento della linea 8 (o meglio quella che doveva essere la TVA (tramvia Termini-Vaticano-Aurelio)) non passerà mai per via Nazionale per presunti eccessivi danni estetici procurati dalla linea aerea, mentre a Bologna gli amministratori locali sono preoccupatissimi per la salute delle loro due torri, a quanto pare messa a repentaglio dalle vibrazioni del loro nuovo filobus "Civis".